Theatrum Instrumentorum

La mostra di strumenti antichi ospitata permanentemente nelle sale del Castello di Gorizia

La storia della grande tradizione musicale europea attraverso gli strumenti musicali utilizzati per fare musica tra l'XI e il XVII secolo

 

ArsmodulandiTheatrum Instrumentorum, oltre ad offrire una godibile visione panoramica sul mondo degli strumenti musicali dei secoli tra l'XI e il XVII, rappresenta anche un'occasione per saggiare competenze, tra artigianato artistico e tecnologia, applicate all'invenzione e alla produzione di un ricco repertorio di oggetti per fare musica che rappresenta una delle più ricche eredità artistiche europee.

Dagli strumenti musicali inventati tra medioevo e rinascimento discendono la quasi totalità degli strumenti musicali che oggi conosciamo e che ancora utilizziamo, unitamente a tutta una serie di altri strumenti che hanno rappresentato tentativi di limitato successo, ma di sicuro interesse e curiosità.

La mostra si compone di una raccolta di strumenti musicali ricostruiti (ovvero dei quali non si è conservato nessuno strumento originale) ed una parte di copie da originali conservatisi sino ai giorni nostri.

La ricostruzione degli strumenti esposti si è realizzata tenendo conto di alcune esigenze primarie, ovvero la volontà di utilizzare materiali costruttivi simili a quelli impiegati all'epoca ed analoghe tecniche costruttive, e soprattutto la necessità che questi strumenti fossero effettivamente in grado di "suonare" e risultassero quindi impiegabili nella realizzazione della musica antica.

Le leggi della fisica acustica non sono considerabili come mutabili o determinate culturalmente, quindi le forme e le proporzioni dettate dalle fonti pittoriche unite alle caratteristiche proprie dei materiali impiegati, unitamente ad un accurato lavoro artigianale, possono effettivamente averci consegnato oggetti musicali molto simili agli originali ed in grado di produrre suoni, con buona approssimazione, somiglianti a quelli degli strumenti perduti.

I teorici medievali, a margine di una lunga serie di teorie discutibili o limitative, ci hanno anche lasciato una serie di nozioni fondamentali, definendo modi e scale musicali, intonazioni ed accenni di prassi esecutiva che hanno contribuito non poco all'individuazione di tutta una serie di caratteristiche essenziali allo strumento per fare la musica del medio evo.

Un lavoro lungo e complesso che non può dirsi certamente ancora concluso ma che già sta dando risultati apprezzabili non solo dal punto di vista della ricostruzione ma anche da quello del godimento estetico di una musica, e di sonorità che ne sono parte integrante, che, pur venendo da lontano nel tempo, può oggi apparirci nuova e, perché no, intimamente bella.

Giuseppe Paolo Cecere, curatore e responsabile artistico/scientifico della mostra

Alessandra Cossi, responsabile attività didattica

AngeloMusicanteAngeloMusicante"Tra le poche testimonianze medievali goriziane, spiccano i quattro angeli musicanti che volteggiano ancora nell'antica basilica di Sant'Acazio annessa al Duomo metropolitano. Angeli che suonano la gloria del Signore con strumenti dell'epoca: un nesso storico da cui nasce la mostra Theatrum instrumentorum, una rassegna stabile di carattere didattico che presenta nella sala degli Stati provinciali del castello quasi cento strumenti ricostruiti filologicamente e assolutamente funzionanti.

Dalla Lira al Salterio, dal Monocordo alla Citola, un assortimento di strumenti che sono gli antenati della chitarra, della tromba, del pianoforte, del violino. Strumenti perduti: altrettanti suoni non più usuali, ma proprio per questo assolutamente straordinari e affascinanti.

Il Castello si arrrichisce quindi nel suo percorso didattico che possiede già una sezione dedicata alle armi e la bella sala dei plastici ( Sala del Granaio) dove si può capire con immediatezza l'importanza spesso sottovalutata del medioevo goriziano in una storiografia regionale generalmente monopolizzata dalle vicende del Patriarcato di Aquileia. Una sottovalutazione dovuta a una certa mentalità goriziana propensa a una strana autoflagellazione, figlia a sua volta a necessità politiche che ostano a una definizione coraggiosa di identità culturale e storica assolutamente originale.

E sono proprio i goriziani dell'associazione Dramsam ad avere coltivato l'amore per quanto di più soave e bello ci sia rimasto del periodo medievale, la cultura musicale. E oggi questo patrimonio è finalmente visibile e soprattutto ascoltabile, nella bella sala degli Stati provinciali del Castello di Gorizia."

Ettore Romoli, Sindaco di Gorizia