Flores Aquileiae

Musica nel Patriarcato di Aquileia

flores aquileiae
Il processo di uniformizzazione della liturgia operato dalla riforma carolingia che, favorita direttamente dal Patriarca Paolino, riuscì a far prevalere l'uso romano sulle antiche tradizioni liturgiche locali farà si che, a partire dall'VIII - IX secolo, la Chiesa di Aquileia adotti il rito romano-franco, abbandonando gradualmente le proprie particolarità locali, che sopravviveranno in parte grazie alla conservatività della regione ed alla solennizzazione del ricordo dei santi propri della chiesa locale.

Si chiude perciò il periodo legato all'antico rito aquileiese e si apre quello in seguito detto del "rito patriarchino", in un'area ormai perlopiù soggetta all'influsso della dinastia carolingia. E' importante sottolineare, comunque, nello svolgimento di questo processo, la presenza prolungata degli aquileiesi Paolino e Paolo Diacono alla corte di Carlo Magno ed il loro attivo contributo a quella Accademia Palatina che dettò i principi della riforma liturgica carolingia.

La città più importante dello Stato Patriarcale divenne ben presto Cividale, dove già il Patriarca Callisto nel 733 aveva trasferito la sede e fatto costruire la cattedrale, il battistero e il palazzo patriarcale. Con l’investitura feudale dell’imperatore Enrico IV, con le relative prerogative ducali su tutto il Friuli, Cividale diventò anche il centro politico, culturale e religioso della Regione. Al periodo di massimo splendore (seconda metà del XIV sec. e inizi XV sec.), quando però stava già declinando il potere dei Patriarchi, risalgono i codici CI e CII (Museo Archeologico di Cividale) che costituiscono il processionale della città, notissimo agli studiosi per la presenza di 4 “drammi sacri”: l’Annunciazione, il Planctus Mariae e due testi sulla Resurrezione.

Il programma di concerto si compone prevalentemente del repertorio conservato a Cividale del Friuli ( sede del Patriarcato di Aquileia – con competenze territoriali oltre che in tutto il Friuli, nella Carniola austriaca e nella Krajna slovena) nei secoli XIV e XV, ed è caratterizzato da una singolare ricchezza di forme e modelli compositivi. Dalle sacre rappresentazioni monodiche, corredate di “regia gestuale”, ai discanti ( cantus planus binatim) ,alle raffinate composizioni liturgiche di Antonius de Cividate (XV sec.) per finire quindi con le “ sacre poesie” composte da Pietro Capretto per la Confraternita de “I Battuti “ di San Vito al Tagliamento.

 

Esempi audio

De Sanctis Hellaro et Tatiano
In Festo Sanctorum Virginum